| Era alla fermata dell’autobus quando cominciò a piovere a dirotto. Per una volta la madre aveva dato un giusto consiglio, aprì l’ombrello proprio quando l’acqua veniva accompagnata dalla grandine che tamburellava sul telo. Sbuffò quando vide le sue scarpe bagnate e guardò l’orologio, l’autobus sarebbe passato tra minimo 20 minuti. Le poche persone rimaste in giro si rintanavano nei negozi sperando che la pioggia smettesse al più presto. Sean appoggiato al muretto della fermata vide una ragazza… si stava bagnando tutta… era lì da molto? Non l’aveva vista nemmeno arrivare. Le offrì di venire sotto l’ombrello e lei accettò. Capelli lisci castani, sguardo dolce, occhi azzurri… sembrava un angelo; si stringeva a lui per non bagnarsi. Non si scambiarono nessuna parola ma dopo qualche minuto lei si girò e lo baciò… Passò un autobus e gli indicò che era il suo e lo salutò. Non pioveva più e Sean chiuse l’ombrello. Si era dimenticato di chiederle il suo nome, il suo numero di cellulare. Avrebbe mai avuto occasione di rivederla? Le giornate passavano… Sean pensava in continuazione a lei, la misteriosa ragazza della fermata. Quei singoli momenti, quel solo bacio l’avevano fatto innamorare di una di cui nemmeno sapeva il nome. Ogni giorno la aspettava alla fermata, ma non c’era… aveva smesso di piovere, ma il sole non riusciva a renderlo felice… affatto.
Cinque giorni dopo guardò il meteo la mattina, avrebbe piovuto… le previsioni sbagliano quasi sempre ma prese comunque l’ombrello. Mentre andava a scuola vide delle nuvole in cielo che non davano spazio ai raggi del sole. Uscito da scuola avrebbe preso l’autobus come al solito e lei non ci sarebbe stata… come nei giorni precedenti, ormai aveva smesso di sognare. Subito dopo il trillo della campanella vide un lampo nel cielo e tirò fuori l’ombrello dallo zaino dirigendosi verso la fermata. Si appoggio al solito muretto, tutti i suoi compagni di scuola andavano con la macchina dei genitori, ma lui preferiva così, ama stare da solo… riesce a pensare. Cominciò a piovere, fortunatamente aveva l’ombrello… si guardò attorno… nessuno. L’autobus non passava e lui sotto alla pioggia pensava a quella ragazza misteriosa incontrata 5 giorni prima proprio in quel punto e a quell’orario. Con la coda dell’occhio vide una figura in mezzo alla pioggia: era lei, con i capelli bagnati e i vestiti zuppi lo guardava sorridendo. Lui le offrì di venire sotto l’ombrello e stavolta fu lui a volerla baciare. Si baciarono per molto tempo finché lui non le chiese il nome, lei non rispose ma sorrise soltanto. Dopo un po’di silenzio la ragazza gli chiese se voleva venire con lei, che lo voleva con sé. Sean la guardò confuso chiedendo cosa intendesse ma continuò a guardarlo dicendogli di pensarci.
…e salì sull’autobus. Lui la guardò andare via mentre la pioggia diventava più rada e smetteva di scendere e il sole tornava ad irradiare il paesaggio. Chiuse l’ombrello e tornò a casa. Non fece i compiti, aspettava soltanto la mattina successiva sperando che avrebbe piovuto tenendo sempre l’ombrello dentro lo zaino. Ogni volta che si svegliava correva alla TV guardando il meteo, sperando di vedere le due goccioline nello schermo sulla sua città, ma la maggior parte delle volte vedeva solo nuvolette che portavano al massimo una giornata scura e triste. Pensava alla ragazza della pioggia chiedendosi cosa avesse voluto dire con quella frase.
Una mattina aprì gli occhi e sentì le gocce della pioggia che battevano sulla finestra, sorrise e si vestì velocemente, uscendo più presto in strada… Aveva bisogno di lei, nell’ultima settimana si era sentito meno solo del solito. Non aveva mai avuto tanti amici e i pochi che aveva non lo consideravano tale loro stessi, per non parlare di ragazze… Lei però era speciale, lo faceva sentire momento in cui l’avrebbe rivista. La voleva come non aveva mai desiderato nessun’altra. La giornata scolastica si concluse lentamente e la pioggia non aveva mai smesso di scendere dal cielo. Andò alla fermata, non salutò nessuno (e d’altronde… chi avrebbe dovuto salutare?), non tirò fuori l’ombrello. Andò al muretto e aspettò… nessuno in vista. Voleva rivederla… voleva baciarla di nuovo e voleva andare con lei, l’avrebbe seguita. La ragazza spuntò come al solito dal nulla e andò da lui… :<<cosa hai scelto?>>
<<voglio venire con te…>>
La ragazza lo prese per mano e lo portò oltre la fermata, oltre il marciapiede… La pioggia si era fatta fittissima e lui non riusciva a vedere i negozi vicino alla fermata ma lei… si lei la vedeva. La baciò e prese il suo stesso autobus… l’autobus che l’avrebbe portato con lei.
Non pioveva più quando la madre di Sean arrivò con la macchina dopo essere stata chiamata dal negoziante vicino alla fermata. Suo figlio era gia stato caricato sull’ambulanza… anche se il suo cuore aveva smesso di battere all’impatto con il bus. L’autista per via della pioggia non aveva visto la figura umana al centro della strada e lo aveva travolto. La donna piangeva appoggiata allo stesso muretto, dove qualche ora prima si poggiava il figlio che cercava con lo sguardo la ragazza della pioggia.
Nessuno vide la placca con la foto di Samantha dietro al muretto… morta un anno prima investita da un autobus in una giornata piovosa.
Ora erano insieme… non più soli…
Buona lettura... :/ ne ho fatte tre di storie... questa penso sia la più bella.
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comunque hai un gran talento, io opterei per lo scrittore 